Alcuni sogni analizzati da Freud - Il caso del piccolo Hans


Mi trovo di nuovo dinanzi alla stazione, ma con un signore piuttosto anziano; invento un piano per rimanere sconosciuto, ma vedo questo piano già eseguito. Come se pensare e vivere fossero una cosa sola.
Egli si finge cieco, almeno da un occhio, e io gli reggo innanzi un orinale maschile (che dovevamo comperare o che abbiamo comperato in città). Sono dunque un infermiere e devo porgergli il recipiente di vetro perché è cieco. Se il controllore ci vede così, ci lascerà passare perché non attiriamo l'attenzione. A questo punto l'atteggiamento del signore, e il suo membro nell'atto di orinare, appaiono chiaramente. (Al che segue il risveglio col bisogno di orinare.) (…..)
Ora, mi è stato raccontato il seguente episodio della mia infanzia, il cui ricordo è sostituito dal ricordo del racconto. Sembra che, all'età di due anni, io bagnassi ancora qualche volta il letto, ed essendone rimproverato, consolassi mio padre promettendo che gli avrei comperato a N. (la città più grande dei dintorni) un bel letto nuovo, rosso. (Da ciò l'inserto: abbiamo comperato o dovevamo comperare l'orinale in città; bisogna mantenere ciò che si è promesso) (Si noti del resto l'abbinamento del vaso, simbolo maschile, e della valigia o box, simbolo femminile.) Tutta la megalomania del bambino è contenuta in questa promessa. (…..)

Vi fu poi, quando avevo sette o otto anni, un'altra complicazione domestica di cui mi ricordo assai bene. Una sera, prima di andare a letto, trasgredii il comando della discrezione di non fare i miei bisogni in presenza dei genitori nella loro camera da letto, e mio padre, nella sua ramanzina, commentò: "Da questo ragazzo non verrà fuori niente." Dev'essere stata una grave offesa per il mio orgoglio, perché nei miei sogni riconosco sempre allusioni a questa scena, connesse regolarmente con l'enumerazione delle mie capacitò e dei miei successi, quasi volessi dire: “Vedi che ne è venuto fuori qualche cosa." Questa scena infantile fornisce il materiale all'ultima immagine del sogno, nella quale, naturalmente per vendetta, le parti sono invertite. L'uomo piuttosto vecchio ‑ che è evidentemente mio padre, perché l'occhio cieco rappresenta il suo glaucoma monolaterale ‑ orina ora davanti a me, come io una volta davanti a lui. Con l'accenno al glaucoma, gli ricordo la cocaina, che gli fu così utile durante l'operazione, come se in questo modo io avessi mantenuto la mia promessa. Inoltre lo prendo in giro; essendo egli cieco, debbo reggergli il vaso e mi beo di molte allusioni alle mie conoscenze sulla teoria dell'isteria, delle quali sono fiero.'

S. Freud, L’Interpretazione dei Sogni, Cap. 5 Il materiale e le fonti del sogno, B) Elementi del sogno



Riferirò quindi alcuni esempi di sogni che ho raccolto da bambini. Una bimba di diciannove mesi non aveva ricevuto cibo per tutta la giornata, poiché la mattina aveva avuto un attacco di vomito; la bambinaia disse che era stata male per aver mangiato delle fragole. Durante la notte, dopo questa giornata di fame, si udì che diceva il suo nome nel sonno e aggiungeva: «Fragole, fragoloni, frittata, pappa!». Stava quindi sognando di mangiare e sottolineava con particolare enfasi proprio quella ghiottoneria di cui già si aspettava a ragione di ricevere modeste porzioni nel prossimo futuro. Un bambino di ventidue mesi fece un sogno simile di un banchetto che gli era stato negato. Il giorno prima lo avevano costretto a offrire allo zio in dono un cestino di ciliege fresche, di cui naturalmente gli era stato permesso di assaggiare un solo esemplare. Si svegliò con l'allegra notizia: «Hermann mangiato tutte le ciliegie!».

S. Freud, Il Sogno e la sua interpretazione, Economici Newton, p. 32



2. Ecco un sogno apparentemente privo di qualasi significato, che contiene delle cifre. Ella doveva pagare qualcosa. La figlia prese 3 fiorini e 65 centesimi dal suo borsellino (della madre). La sognatrice le disse: «Che fai? Costa solo 21 centesimi».

La sognatrice era straniera e la figlia frequentava scuola qui a Vienna. Ella poteva continuare il trattamento con me finché la figlia restava a Vienna. Il giorno prima del sogno la direttrice della scuola le aveva proposto di lasciare la figlia a scuola ancora un anno. In tal caso ella avrebbe potuto continuare il trattamento per un anno ancora. Le cifre del sogno diventano significative se ricordiamo che «il tempo è denaro». Un anno equivale a 365 giorni o, in denaro, a 365 centesimi, oppure a 3 fiorini e 65 centesimi. I 21 centesimi corrispondevano alle tre settimane che mancavano dal giorno del sogno alla fine dell'anno scolastico ed anche alla fine del trattamento della paziente. Erano chiaramente delle considerazioni di carattere finanziario che avevano indotto la signora a rifiutare la proposta della direttrice e le stesse che avevano determinato l'esiguità delle somme menzionate nel sogno.

S. Freud, Il Sogno e la sua interpretazione, Economici Newton, p. 62







IL CASO DI UNA NEVROSI OSSESSIVA

Un'altra volta ebbi occasione di osservare a fondo la vita psichica inconscia di un giovane, che a causa di una nevrosi ossessiva era quasi incapace di vivere: non poteva andare in strada perché lo tormentava l'idea di poter uccidere tutte le persone che gli passavano accanto, trascorreva le sue giornate preparando ordinatamente le prove del suo alibi, nel caso gli venisse mossa l'accusa di aver commesso uno degli omicidi avvenuti in città. Inutile aggiungere che era un uomo altrettanto probo quanto colto. L'analisi ‑ che del resto lo portò alla guarigione ‑ scoprì come motivazione di questa penosa rappresentazione ossessiva impulsi omicidi nei confronti del padre, un po' troppo severo, impulsi che, con sua sorpresa, si erano manifestati coscientemente quando aveva sette anni di età, ma che naturalmente avevano origine in un'epoca infantile molto precedente. Dopo la dolorosa malattia e la morte del padre, a trentun anni si manifestò il rimprovero ossessivo che si trasferì su sconosciuti, nella forma della fobia anzidetta. Chi è stato sul punto di voler spingere il proprio padre dalla cima di un monte nell'abisso, può essere certamente ritenuto anche capace di non risparmiare la vita di persone estranee; fa bene perciò a rinchiudersi nella sua stanza.'

S. Freud, L’Interpretazione dei Sogni, Cap. 5 Il materiale e le fonti del sogno, D) Sogni tipici





IL CASO DEL PICCOLO HANS

Ho recentemente pubblicato l'Analisi della fobia di un bambino di cinque anni, il cui materiale era stato messo a mia disposizione dal padre del piccolo paziente.

Il bambino aveva una fobia per i cavalli, tanto forte che si rifiutava di uscire in strada. Egli temeva di vedere il cavallo entrare nella sua camera per morderlo. In seguito risultò che in tutto ciò. egli vedeva un castigo per la caduta (la morte) che egli augurava al cavallo. Quando al bambino fu tolta la paura che provava davanti al padre, ci si accorse che egli aveva lottato contro il desiderio dell'assenza (la partenza, la morte) del padre. Nel padre, come fece chiaramente intendere, egli vedeva un rivale che gli contendeva l'affetto della madre, verso la quale erano vagamente diretti i suoi impulsi sessuali. Di conseguenza, egli si trovava nella tipica situazione del bambino maschio, situazione che noi definiamo come complesso d'Edipo e nella quale riconosciamo il complesso centrale delle nevrosi. Il fatto nuovo che l'analisi del piccolo Hans ci ha rivelato è molto interessante dal punto di vista della spiegazione del totemismo: il bambino ha chiaramente spostato su di un animale parte dei suoi sentimenti per il padre.

L'analisi ha permesso di scoprire i nessi associativi, sia quelli più significatvi dal punto di vista del contenuto sia quelli occasionali, che danno luogo ad un simile spostamento. L'odio sorto dalla rivalità con il padre non si è potuto liberamente esplicare nella vita psichica del bambino, perché neutralizzato dall'affetto e dall'ammirazione che per quella stessa persona egli aveva sempre provato. Il bambino viene perciò a trovarsi in una situazione equivoca, ambivalente, nei confronti del padre, una lotta a cui sottrae spostando i suoi sentimenti di ostilità e di paura su di un oggetto sostitutivo. Ma questo spostamento non è in grado di risolvere il conflitto tracciando una netta distinzione tra sentimenti affettuosi e sentimenti ostili. In seguito allo spostamento il conflitto viene ripreso nei confronti dell'oggetto sostitutivo: l'ambivalenza lo investe. Certamente il piccolo Hans non prova solo paura per i cavalli, ma anche rispetto ed interesse. Appena la sua paura è diminuita, si è egli stesso identificato con l’animale temuto, e mettendosi a saltare come un cavallo, è lui a mordere suo padre. In un'altra fase risolutiva della fobia, egli identifica facilmente i suoi genitori con altri grossi animali.

S. Freud, Totem e Tabù, Opere, Economici Newton, pp. 631-632

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