La Seconda rivoluzione inglese

Col nuovo re Carlo II (1660) tornarono i vecchi problemi: corruzione della corte, arbitrio del sovrano, intolleranza religiosa e aperture verso il cattoli-cesimo.
Nel 1665 un'epidemia di peste devastò Londra che, l'anno dopo, fu semi distrutta da un incendio; una nuova guerra con l'Olanda mise a dura prova la resistenza inglese. il Parlamento aveva approvato il «Test Act» (1673), una legge che imponeva a chiunque dovesse svolgere funzioni pubbliche un giuramento di dissociazione dal Papa, dalla Chiesa romana e dai suoi dogmi.
Carlo II sembrava favorevole ad una piena libertà religiosa ed era sospettato di voler riconciliarsi con la Chiesa romana. 
Nel 1679 fu ripreso un importante principio della Petition of Rights del 1628 e sancito con l’Habeas corpus Act, che stabiliva che nessuno potesse essere privato della libertà personale se non in forza di un mandato che precisasse le ragioni del provvedimento. L’habeas corpus prevedeva il divieto di ogni detenzione arbitraria, il diritto dell'imputato (o di un suo rappresentante) a richiedere al giudice un regolare processo entro 20 giorni dall'arresto e l'applicazione di gravi sanzioni in caso di violazione di questo diritto da parte delle autorità.
Alla morte di Carlo II la successione toccò al fratello Giacomo II, cattolico. Le sue pretese assolutistiche ed i tentativi di abolire il «Test Act» aprivano un nuovo conflitto tra il re ed il Parlamento. La nascita di un erede maschio a Giacomo II fece temere il consolidamento di una dinastia cattolica; il Parlamento si rivolse a Guglielmo d'Orange, comandante militare della repubblica olandese, che aveva sposato la figlia maggiore di Giacomo, Maria Stuart (omonima della Stuart condannata a morte nel 1587). Guglielmo accettò d'intervenire in Inghilterra per salvare la religione riformata, perciò sbarcò nell'isola nel 1688. Nel giro di pochi giorni senza il bisogno di combattere, rovesciò la monarchia: Giacomo II fuggì in Francia e l'Inghilterra elesse un nuovo Parlamento per risanare la frattura costituzionale. Il re era dichiarato decaduto poiché non aveva rispettato il contratto originario con il popolo.
Nel 1688 Maria Stuart e Guglielmo d'Orange furono proclamati sovrani d'Inghilterra.
Il primo atto a suggello della neonata monarchia costituzionale mirava a ribadire, le prerogative del Parlamento e quelle del Sovrano, per evitare il ripetersi di tentativi di accentramento del potere: questo atto prese il nome di Bill of Rights (dichiarazione dei diritti) del 1689. Secondo questa dichiarazione il sovrano non poteva imporre tributi a favore della Corona senza l'approvazione del Parlamento, non poteva mantenere nel regno un esercito stabile in tempo di pace senza il consenso del Parlamento, i membri del parlamento dovevano essere eletti liberamente e liberi di esprimere le loro opinioni.
Il regime diveniva quindi una Monarchia Costituzionale, controllata dall'aristocrazia, dalla gentry (piccola nobiltà costituita dai grandi e dai piccoli proprietari terrieri e dai piccoli ereditieri, detti gentlemen) e dalla borghesia.
Inoltre nell'Act of Settlement (Atto di Successione) del 1701 si stabiliva che dopo la morte di Guglielmo III d'Orange la corona sarebbe passata alla cognata Anna Stuart quindi ai discendenti di Sofia Stuart nipote di Giacomo I e andata in sposa al principe di Hannover. Fu così che nel 1714 la corona passò a Giorgio I e iniziò la dinastia degli Hannover, proveniente dal Sacro Romano Impero, e tuttora regnante, tramite la Casa di Windsor.

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