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La Fenomenologia dello spirito di Hegel

La Fenomenologia dello spirito è un'opera pubblicata dal filosofo F. W. Hegel nel 1807. Il termine "fenomenologia" indica la descrizione o la "scienza" di ciò che appare. Poiché nel sistema hegeliano l'intera realtà è spirito, la fenomenologia consisterà nell'apparire dello spirito a sé stesso, cioè nel pervenire dello spirito alla consapevolezza di essere tutta la realtà, cioè l'"Assoluto" quale identità di finito e infinito, reale e razionale. In sostanza la filosofia di Hegel è l'ultimo grandioso tentativo di divinizzare il mondo compiuto da un filosofo. Nella prefazione Hegel critica sia Fichte che Schelling. Fichte ha il merito di aver superato la prospettiva di rinuncia alla conoscenza dell'infinito del kantismo, ma Hegel lo accusa di aver individuato una “cattiva infinità”. L’infinito di Fichte è come un orizzonte che non si può mai raggiunfe. La storia umana avanza verso l’assoluto, verso l’Io puro, ma non li raggiunge mai....

Femminismo da non credere (introduzione)

Pubblico qui l'introduzione al mio libro di critica del femminismo radicale. Chi ne desiderasse avere una copia lo può avere scontato scrivere al mio indirizzo email: bruno.etzi@alice.it Dai frutti si riconosce l’albero. (Matteo 7:16-20)   Introduzione: Una verità rivelata Nella prima serata del Festival della canzone italiana di Sanremo 2020 l'atmosfera è carica di pathos. La scrittrice e giornalista palestinese Rula Jebreal interviene come ospite. [1] Davanti a lei due futuristici leggii. Uno nero alla sua destra e uno bianco alla sua sinistra. Secondo Jebreal (leggio nero = la triste realtà) nei tribunali italiani regnerebbe l’abitudine di umiliare con “domande insinuanti” le donne che denunciano di essere state stuprate Prosegue il monologo alternando recriminazioni a famose strofe di canzoni dedicate alle donne (leggio bianco = il mondo ideale che vogliamo).

La Seconda guerra mondiale

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  Nella Seconda guerra mondiale (1939-45) furono coinvolti, almeno nella sua fase finale, la maggior parte degli stati del mondo. I principali contendenti furono Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti d’America e Urss da una parte e Germania, Italia e Giappone dall’altra. La guerra coinvolse tutti i continenti e costrinse i belligeranti a uno smisurato sforzo produttivo. Oltre all’elemento economico quello ideologico ebbe un’importanza cruciale, dato che gli ideali politici radicalmente contrapposti costituirono certamente motivi determinanti del conflitto.        Le premesse  Il fallimento della Società delle Nazioni I presupposti del trattato di Versailles, che addossavano alla Germania e all’Austria la responsabilità della Prima guerra mondiale, non potevano alla lunga essere accettati dai Tedeschi; d’altra parte, le condizioni finanziarie e territoriali imposte alla Germania, se da un lato erano troppo dure, dall’altro non era...

Hitler e il Nazismo

«Subito dopo la sconfitta nella Prima guerra mondiale, la Germania attraversò un periodo di profonda crisi economica, sociale e politica, a cui i deboli governi di coalizione della Repubblica di Weimar, proclamata ufficialmente nell’agosto del 1919, tentarono faticosamente di porre rimedio».

La guerra civile spagnola

Da un certo punto di vista si può dire che il secondo conflitto mondiale ha avuto un prologo nella guerra civile scoppiata in Spagna nel 1936. 

GLI STATI UNITI E LA GRANDE CRISI DEL ‘29

  Il boom degli anni'20 Proprio al termine della Prima guerra mondiale, mentre l'Europa viveva anni di gravi incertezze politiche, gli Stati Uniti, favoriti dall'egemonia esercitata sull'America centrale e meridionale, si affermarono come la maggiore potenza economica del mondo disponendo di grandi risorse minerarie ed energetiche, di un'altissima produzione industriale, di una piena autonomia alimentare. 

Una spiegazione della crisi finanziaria ed economica attuale

(fonte: Dave Keating, giornalista statunitense) Quando gli Stati Uniti starnutiscono il mondo prende il raffreddore. Questo detto del Ventesimo secolo non è mai stato tanto azzeccato quanto lo è oggi, momento in cui le economie d’Europa incespicano per via di una crisi economica creata a migliaia di chilometri di distanza. Ciò che era cominciato con degli incauti prestiti concessi negli Stati Uniti è andato espandendosi a macchia d’olio sull’intero pianeta e ha generato una nuova grande depressione di portata globale.

La guerra civile spagnola e l'Italia fascista negli anni '30

3. La crisi iberica Il Portogallo da quando era divenuto repubblica (1910) era in una situazione di costante instabilità politica dalla quale uscì con la nascita della dittatura (Estado novo) di Oliveira Salazar , che si ispirava al fascismo italiano e dal quale riprese l’ispirazione corporativa.

DONNE E GUERRA: UN RAPPORTO PROBLEMATICO

Esiste la convinzione, abbastanza diffusa ancora oggi, che le donne, in quanto portatrici di vita, siano naturalmente pacifiste. Secondo un’altra opinione, difesa anche da molte femministe, uomini e donne sarebbero perfettamente interscambiabili in qualsiasi attività.

Vittorio Emanuele III, il piccolo re e la Grande Guerra

L’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale fu sostenuto da tanti, ma la scelta cruciale fu decisa da pochissimi: il primo ministro Antonio Salandra, il ministro degli esteri Sidney Sonnino e il re Vittorio Emanuele III, la cui adesione fu però assolutamente determinante. La politica estera, infatti,  rientrava tra le prerogative regie e l’articolo 5 dello Statuto albertino affermava che la dichiarazione di guerra spettava al re.

L'ardore interventista nella Grande Guerra

Oggi può sembrare strano ma, allo scoppio della prima guerra mondiale, non solo i nazionalisti come Enrico Corradini o i futuristi come Filippo Tommaso Marinetti, ma anche scrittori come Thomas Mann, poeti come Ungaretti, democratici come Cesare Battisti e persino pacifisti a tutto tondo come Sigmund Freud si schierarono a favore dell’intervento.

Teilhard de Chardin e Dietrich Bonhoeffer

Teilhard de Chardin Gesuita francese nato nel 1881 e morto a New York il 10 Aprile 1955. L’ordine dei Gesuiti si contrassegna per un particolare voto di obbedienza al Papa, ma de Chardin si distinse in questo; teorizzò una teologia rivoluzionaria completamente differente nel pensiero e nella modalità di configurare il mondo, per nulla obbediente rispetto alla dottrina consolidata.

Borsa, azioni e obbligazioni

Il nome "borsa" sembra derivi dalla denominazione di una piazza di Bruges in cui, fin dal XIV secolo, sorgeva il palazzo di una famiglia di mercanti veneti, i Della Borsa. Il nome venne poi utilizzato anche per definire altre piazze mercantili, ma ebbe la sua consacrazione ufficiale nel 1719, quando andò a definire la Bourse di Parigi.

Alcuni sogni analizzati da Freud - Il caso del piccolo Hans

Mi trovo di nuovo dinanzi alla stazione, ma con un signore piuttosto anziano; invento un piano per rimanere sconosciuto, ma vedo questo piano già eseguito. Come se pensare e vivere fossero una cosa sola.