Per finanziare l’espansione dello stato
francese, Filippo IV il bello era
riuscito a impadronirsi dei beni dei cavalieri templari, muovendo una serie di
false accuse contro l’ordine. Per incrementare i proventi dello stato lo stesso
Filippo decise, all’inizio del secolo XIII, di tassare anche gli ecclesiastici, suscitando le proteste del papa
Bonifacio VIII.
Allora il re di Francia convocò gli Stati Generali perché
dichiarasse che il suo potere gli veniva direttamente da Dio, senza intermediazione
del papa. Il papa reagì con la bolla Unam sanctam (1302), con cui ribadì le sue
posizioni teocratiche, e scomunicò Filippo. Il re di Francia decise quindi di inviare una spedizione militare ad Anagni, che era allora sede della curia del papa, per
catturare il pontefice e deportarlo in Francia. Alcuni nobili romani
appoggiarono il re di Francia. Si racconta che uno di questi Sciarra Colonna,
dopo che il papa fu catturato, lo schiaffeggiò (1302). Bonifacio VIII fu però liberato
da una sollevazione popolare, ma morì un mese dopo. Lo “schiaffo di Anagni”
aveva mostrato che in uno scontro diretto col re di Francia, il papa era ormai
destinato a soccombere.
Nel 1305 Filippo riuscì a far eleggere un
papa francese, Clemente V che, dopo
aver nominato nove cardinali francesi decise, nel 1309, di spostare la sede
papale ad Avignone, nel sud della Francia (Contea di Provenza). I papi rimasero ad Avignone sino al 1377, quando, su sollecitazione di Caterina da
Siena, per evitare il rischio di vedere il tracollo del concetto stesso di
Santa "Romana" Chiesa, Gregorio
XI fece solenne rientro a Roma.
La Chiesa avignonese fu sottoposta ad ampie
critiche anche dai contemporanei. Il papa dipendeva ormai dal re di Francia e
la sede papale divenne una sorta di centro di attrazione per «banchieri,
artigiani ed artisti che da sempre gravitavano intorno alla Corte pontificia:
ma, se costoro erano di casa a Roma e nessuno se ne scandalizzava, tutti
stipati nella piccola Avignone essi davano l'impressione ai visitatori di
trovarsi in un perpetuo mercato. Per questo Petrarca la chiamò "empia
Babilonia": la stessa impressione ebbero i suoi contemporanei»
(wikipedia).
Nel 1378,
l’anno successivo al suo ritorno a Roma, Gregorio XI morì. Il conclave
fu condizionato dalle minacce del popolo romano, che impose al collegio
cardinalizio, composto in maggioranza da francesi, di eleggere un papa
italiano. Il nuovo papa Urbano VI
non si mostrò riconoscente verso i cardinali che lo avevano eletto e li
obbligò a risiedere a Roma e a finanziare di propria tasca la costruzione di
nuove chiese. Quando minacciò di eleggere nuovi cardinali italiani in modo da
sopravanzare i francesi questi ultimi si ribellarono. Con l’aiuto del re di
Francia e della regina di Napoli, si riunirono a Fondi (nel Lazio) e elessero
un antipapa Clemente VII
(1378-1394), che scelse Avignone come sua sede.
«Iniziò così il
Grande scisma che vide due serie di papi, due amministrazioni cultuali, due
collegi cardinalizi in contrasto tra loro per quarant'anni. Tutta la
cristianità fu profondamente turbata e molti furono i religiosi, gli
intellettuali e gli uomini di potere che tentarono di ricomporre la
lacerazione. Poiché l'ostacolo più grande era la presenza dei due papi, ebbe
grande fortuna la dottrina che considerava depositario dell'autorità
ecclesiastica e della fede religiosa non il papa, ma il concilio (conciliarismo). Così, dopo il
fallimento del concilio di Pisa del
1409, il concilio di Costanza
(1414-1418) depose i pontefici in carica ed elesse Martino V, decretando che i concili futuri si sarebbero tenuti a
periodicità fissa» (http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/s/s057.htm).
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