Carlo passò per Milano dove Ludovico il Moro lo attendeva convinto di poter utilizzare la sua alleanza per estendere il suo dominio sul nord Italia. Il re francese giunse in Italia con un esercito di 30 mila uomini e 40 cannoni a pezzo unico che terrorizzarono gli stati italiani. Il giovane Piero dei Medici, signore di Firenze, cedette ai francesi le fortezze di Pisa e Livorno e versò una cospicua quantità di denaro. Appena Carlo VIII ebbe lasciato Firenze, il partito repubblicano guidato dal monaco domenicano Girolamo Savonarola rovesciò il regime dei Medici e proclamò la Repubblica. L’avanzata di Carlo VIII lo portò ad entrare a Roma costringendo il papa Alessandro VI a rifugiarsi dentro Castel S. Angelo. Giunti nel Regno di Napoli i francesi non ebbero nemmeno bisogno di combattere, perché gran parte dell’esercito partenopeo disertò e invocò Carlo VIII come un liberatore. Il 22 febbraio 1495 Carlo entrò solennemente a Napoli indossando una sontuosa veste da cerimonia con un falcone da caccia poggiato sulla mano. Il giovane re Ferdinando II (chiamato Ferrandino) si rifugiò ad Ischia e poi a Messina in attesa di riorganizzare l’esercito. A maggio i partenopei contrattaccarono e i francesi furono costretti ad abbandonare la città.
I governanti
italiani, compreso Ludovico il Moro, avevano capito che Carlo non si sarebbe
accontentato di Napoli e formarono una lega (Lega di Venezia o Lega
Santa) che comprendeva la Spagna, l’Impero, il papa, Venezia e Milano. L’esercito
francese, mentre risaliva la penisola nel tentativo di rientrare in Francia, si
scontrò con quello della Lega Santa nella battaglia di Fornovo (1495). Lo
scontro ebbe un esito incerto e permise a Carlo di rientrare in Francia senza
gravi danni.
A Firenze, come
abbiamo visto, si era imposto invece un governo repubblicano di tipo teocratico
guidato dai sostenitori di Girolamo Savonarola. Il frate domenicano aveva conquistato la fiducia di molti fiorentini per
aver previsto la morte di Lorenzo dei Medici e aver letto la venuta di re Carlo come
l'avverarsi delle profezie scritte nel libro dell’Apocalisse. Per alcuni anni
il partito del frate cercò di bandire il vizio dalla città, vietando il gioco
d’azzardo, la prostituzione e giungendo a distruggere i quadri licenziosi. Dopo
una serie di polemiche con le gerarchie vaticane giunse nel 1497 la scomunica
del papa Alessandro VI (in tempi recenti alcuni studiosi hanno sostenuto che
fosse un falso architettato dal figlio del papa Cesare Borgia). La fazione
contraria al Savonarola riprese forza e il frate fu arrestato, torturato e
ucciso per impiccagione con due suoi seguaci. Il suo corpo poi fu arso subito
dopo e le ceneri furono gettate nell’Arno. Almeno per ora la Repubblica continuò a sopravvivere.
La prima spedizione
francese mise in evidenza la debolezza del territorio italiano, stimolando il
desiderio di conquista di alcune nazioni europee. Si aprì quindi una lunga
serie di guerre che si concluse col passaggio della Penisola sotto la dominazione
straniera, con alcune eccezioni come Venezia o lo Stato Pontificio.
Intanto in Francia era divenuto re Luigi XII che, appellandosi ai diritti
ereditati dalla nonna Valentina Visconti, intendeva riprendere Napoli e
conquistare Milano. Dopo aver concluso un’accordo con Ferdinando il
Cattolico di Spagna (Trattato di Granada del novembre 1500) che prevedeva
la spartizione del meridione, giunse in
Italia con un esercito e conquistò il Ducato di Milano (1500). Nello stesso
anno avvenne anche la conquista di Napoli, favorita dalla neutralità di Venezia
e del papa. Nell'estate del 1501 sopravvenne un disaccordo tra gli alleati e nella
conseguente guerra i francesi furono gravemente sconfitti nella battaglia del Garigliano (1503) e costretti a
cedere agli spagnoli tutto il meridione italiano.
Nel frattempo il
papa Alessandro VI era riuscito a favorire la creazione di un piccolo stato tra
le Marche e le Romagne per il figlio Cesare Borgia. Alla morte di Alessandro VI
nel 1503 però, Venezia ne approfittò per invadere e conquistare la Romagna. Il
nuovo papa Giulio II Della Rovere, che non aveva rinnovato il suo
appoggio a Ceare Borgia, dopo averlo fatto imprigionare organizzò una lega
militare (Lega di Cambrai) composta da Luigi XII di Francia,
Massimiliano I del Sacro Romano Impero, Ferdinando II d’Aragona ed alcuni
principi italiani. La Serenissima fu sconfitta nella Battaglia di Agnadello,
1509, e perdette così gran parte dei domini di Terraferma. «Nel 1510, tuttavia, Giulio II
ritenne che la Francia rappresentasse per gli equilibri nella penisola una
minaccia ben più grave di Venezia. Fu così che il pontefice lasciò la Lega di
Cambrai per allearsi con la Serenissima. L'anno seguente, anche la Spagna e il Sacro
Romano Impero cambiarono schieramento, portando così alla creazione della Lega
Santa contro la Francia» (fonte: wikipedia).
Inizialmente, la guerra non fu favorevole alla Lega Santa in quanto il suo
esercito venne sconfitto nella battaglia
di Ravenna nell'aprile del 1512. Tuttavia, anche a causa della morte del
comandante dell'Armata Reale francese in Italia Gastone de Foix, i francesi si
ritirarono dal Ducato di Milano e da tutta l'Italia. In tal modo i vincitori
decisero di restaurare il potere degli Sforza a Milano e dei Medici a Firenze.Il dominio degli Sforza su Milano però non durò a lungo. Con la battaglia di Marignano, detta anche la battaglia dei giganti (1515), il nuovo re di Francia Francesco I di Valois (1515-1547), alleato coi veneziani, sconfisse l’esercito degli svizzeri che combattevano per il duca Massimiliano Sforza.
Il nuovo papa Leone
X de’ Medici favorì la stipula, nel 1516, della Pace di Noyon la Francia e a Spagna, di cui era divenuto monarca il giovanissimo re Carlo I d'Asburgo (1516-1556). La Spagna riconosceva Milano come possesso
francese e i francesi riconoscevano il dominio spagnolo su tutto il sud Italia,
compresa la Sicilia.
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