Fra il 1337 ed il 1453, Francia e Inghilterra s'impegnarono in una serie di conflitti comunemente designati, a partire dal secolo XIX, come guerra dei cent'anni.
L'origine della guerra dei cent'anni é collegata a un episodio leggendario avvenuto un freddo pomeriggio del 18 marzo 1314: duemila persone affollavano un’isoletta sulla Senna battuta dal vento per assistere all’esecuzione di Jaques de Molay, già Gran Maestro dei Templari, fino a poco tempo prima uno degli ordini religiosi più potenti della cristianità. In cambio di una condanna a vita il Gran Maestro aveva promesso di confessare pubblicamente “crimini che con il loro abominio insozzano la terra” tra cui sodomia, adorazione del demonio, sputi sulla croce, ecc.
Poi però De Molay aveva sorpreso tutti: mentre la folla lo osservava aveva audacemente affermato la sua innocenza e definito le accuse contro di lui e i suoi confratelli un crimine contro il Cielo. Il re era furibondo, la Chiesa imbarazzata, il popolo incuriosito. I re di Francia, per sostenere la loro politica di accentramento statale e di conquista, avevano bisogno di denaro. Filippo il Bello, nel 1307, aveva montato un’accusa di eresia contro l’intero, ricchissimo, ordine dei Templari. Fece torturare e uccidere numerosi cavalieri e ne sequestrò l’immenso patrimonio; per gli stessi motivi il suo successore inventò un (falso) complotto anticristiano degli ebrei per sequestrane i beni. Gli sbalorditi membri dell’ordine erano stati tirati giù dal letto o strappati alle preghiere mattutine, caricati a forza dentro carrette e portati in prigione. Secondo la leggenda prima di morire sul rogo De Molay non deluse le aspettative della folla: mentre scompariva tra il fumo e le fiamme il vecchio maledì il re di Francia e tutti i suoi discendenti. Un mese dopo il papa Clemente V, riluttante alleato di Filippo nell’ignobile intrigo, morì improvvisamente. Poi in novembre il re di Francia fu stroncato da un ictus. Nel 1316 il primogenito e successore Luigi X morì dopo soli diciotto mesi di regno. Anche tutti gli altri fratelli morirono prematuramente Filippo V nel 1323 e Carlo IV, senza eredi, nel 1328. La dinastia dei Capetingi, re di Francia sin dal 987 finì con lui.
PRIMA FASE (1337-1360)
La dinastia regnante inglese discendeva dai Normanni che avevano conquistato l'isola nella seconda metà del secolo XI e possedeva per questo dei diritti feudali in territorio francese. Edoardo III, re d'Inghilterra, che per parte di madre discendeva dalla casa reale francese, dapprima riconobbe come re di Francia il proprio cugino, Filippo VI. Quando però quest'ultimo confiscò alcuni feudi inglesi nella Francia del nord e tentò di impadronirsi della regione di Bordeaux (anch'essa feudo inglese), Edoardo proibì l'esportazione nelle Fiandre della lana inglese al fine di suscitare una ribellione contro il conte di Fiandra che sosteneva Filippo VI, rivendicò il titolo di re di Francia e scatenò la guerra (1337). Il regno era ancora considerato come un patrimonio privato, da assegnare al parente più stretto del defunto. (Tale concezione dinastico–patrimoniale dello Stato sopravvisse fino al XIX secolo). Ciò spiega il carattere feudale conservato dalla guerra fino alla fase conclusiva. I motivi dinastici erano però la copertura formale di motivi più profondi. I possedimenti francesi della corona inglese costituivano un grave problema per i desideri di espansione del re di Francia, che avrebbe fatto qualunque cosa pur di conquistarli.
I primi decenni del conflitto furono disastrosi per la Francia, che fu ripetutamente sconfitta mentre la situazione interna del Paese era resa drammatica dall'epidemia di peste e dalle lotte contadine. Nel 1346 i francesi furono sconfitti presso Crecy, l’anno successivo gli inglesi si impadronirono di Calais. La guerra, che era stata interrotta dall'arrivo della peste nera, riprese nel 1355. Edoardo III poteva contare ora sull'alleanza del re di Navarra Carlo II il Malvagio. Nel 1356, il nuovo re francese Giovanni il Buono (1350–1364) fu sconfitto a Poitiers e fatto prigioniero. La tattica inglese consistette essenzialmente, come a Crecy, nell’assicurare una stretta collaborazione tra la cavalleria e gli arcieri. I cavalieri francesi, superiori di numero, si scagliarono con impeto sugli inglesi che coi lunghi archi, le cui frecce perforavano le armature, li decimarono.
Durante la reggenza del delfino Carlo, scoppiò in Francia una violenta Jaquerie, una rivolta popolare contro le ingenti tasse che erano state imposte per finanziare il conflitto. Un ricco mercante di nome Étienne Marcel, pur non ponendosi a capo della protesta, la appoggiò per conquistarsi la simpatia popolare. Egli cercò di ridurre i poteri della corona ponendo il Delfino sotto il controllo degli Stati generali (un'assemblea che rappresentava i tre ceti che fondavano la Francia, nobiltà, clero e borghesia) che erano stati convocati dallo stesso Carlo nella speranza di ottenere finanziamenti per il pagamento del riscatto richiesto per la liberazione di suo padre Giovanni il Buono. La rivolta fu sedata dai nobili, guidati proprio dal Delfino Carlo e da suo fratello Filippo l'Ardito, che poi sarebbe diventato duca di Borgogna. Étienne venne ucciso e, riconquistata Parigi, anche i contadini ribelli, ormai senza guida, furono massacrati.
Dopo aver tentato vanamente di conquistare la città di Reims - nella cui cattedrale venivano consacrati i re di Francia - Edoardo III fu costretto a concedere una pace di compromesso. Nel 1360 fu firmato il trattato di Brétigny, con il quale Edoardo III rinunciava alle proprie pretese sulla corona francese e liberava Giovanni II in cambio di un riscatto, di alcuni territori della Francia settentrionale - tra i quali Calais - e della completa sovranità sulla Guienna e sulle regioni ad essa limitrofe. In seguito però, Giovanni II, non avendo potuto pagare il riscatto, si riconsegnò agli inglesi e morì in Inghilterra nel 1364.
La Francia dopo il trattato di Brétigny
Fonte della cartina: en.wikipedia.org
SECONDA FASE (1369-1389)
A Giovanni il Buono successe Carlo V il Saggio (1364 – 1380) che riorganizzò l'esercito e, grazie anche all'appoggio della Castiglia e di molti grandi feudatari, riuscì a riconquistare una parte rilevante dei territori perduti durante la prima fase della guerra. Gli inglesi, però, conservavano ancora il controllo di importanti città come Calais, Bordeaux, Cherburg, Bayonne e Brest, oltre a numerose fortezze. Inoltre la riluttanza dei francesi a battersi negli scontri diretti permetteva agli inglesi di attraversare impunemente il regno mettendo a ferro e fuoco i villaggi. La proposta di Carlo di cedere l'Aquitania e celebrare la pace con un matrimonio tra sua figlia e il giovane re d'Inghilterra Riccardo II fu rifiutata. Seguì comunque una lunga tregua (1389–1415) durante la quale Francia ed Inghilterra dovettero affrontare delle gravi crisi interne.
TERZA FASE (1415-1420)
In Inghilterra, nel 1381, era scoppiata una grave rivolta. I contadini avevano preso le armi per protesta nei confronti di una poll-tax sui cittadini maschi che era stata istituita dal governo per provvedere alle spese di guerra. «Castelli e monasteri furono saccheggiati. I ribelli del Kent scelsero un capo, Wat Tyler, soldato sbandato (...) che impose loro una certa disciplina. Marciarono su Canterbury, occuparono la cattedrale, liberarono un prete scomunicato, John Ball, che divenne loro profeta, poi si diressero su Londra dove riuscirono a entrare ottenendo l'appoggio delle classi popolari urbane (P. Contamine, p.62). La rivolta era particolarmente pericolosa perché mirava a una forma di comunismo cristiano ostile ai poteri nobiliari e clericali. Il nuovo re Riccardo II (1377 – 1399), che aveva appena quattordici anni, messo alle strette, fece una lunga serie di concessioni, quali abolizioni di tasse e corveé e, addirittura, l'eliminazione della nobiltà e il sequestro dei beni della Chiesa, salvo ritirarle appena ebbe ripreso il controllo della situazione. Qualche anno dopo Riccardo sposò Isabella, figlia di Carlo VI di Francia, suggellando definitivamente la pace coi francesi.
I modi dispotici di Riccardo II gli attirarono l'ostilità della nobiltà che nel 1399 lo depose. Il Parlamento condannò Riccardo al carcere a vita e lo sostituì con il cugino Enrico IV di Lancaster (1399-1413), che, l'anno seguente, lo fece assassinare nella prigione in cui era rinchiuso. Alla morte di Riccardo la corona francese riassunse un atteggiamento di ostilità nei confronti dell’usurpatore Enrico IV.
In Francia, nella primavera del 1392, il re Carlo VI (1380–1422) aveva subito un ostinato attacco febbrile che gli causò una profonda depressione, ma la catastrofe avvenne nell’estate. In una giornata di soffocante calura, mentre il re attraversava con il suo seguito la foresta di Le Mans vide uno sconosciuto che gli si parò innanzi e gli disse: “maestà, siete tradito!”. I compagni faticarono non poco a rassicurarlo ma, quando la comitiva riprese il cammino, il silenzio fu rotto da un tintinnio di armi. Uno degli scudieri si era assopito e la sua lancia aveva urtato l’armatura di un altro scudiero. Carlo si precipitò con la spada sui suoi compagni. Prima che fosse possibile calmarlo quattro uomini giacevano morti al suolo. Il re era impazzito, e pur restando sul trono sino al 1422, non recuperò più la salute. Lo zio, Filippo II l'Ardito, duca di Borgogna, resse il governo del regno, opponendosi al fratello del re, Luigi d'Orleans. I grandi feudatari si divisero in due fazioni: Borgognoni ed Armagnacchi. Il ducato di Borgogna tra il trecento e il quattrocento dominò la scena politica. Fu uno degli stati più potenti dell’epoca, costituitosi grazie ad un’accorta politica matrimoniale che raccolse nelle stesse mani la contea di Borgogna, le Fiandre, e Paesi bassi e il Lussemburgo. La lotta tra Armagnacchi e Borgognoni favorì il desiderio di rivincita degli inglesi. La rivalità all'inizio era limitata ai partigiani del duca d'Orléans, fratello del re Carlo VI, e a quelli del duca di Borgogna, ma nel 1407 si trasformò in una guerra civile, quando il duca d’Orleans fu fatto assassinare dal duca di Borgogna Giovanni Senza Paura. Dopo una prima scorreria militare realizzata da Enrico IV nel 1412, i Borgognoni nel 1413 si accordarono con Enrico V, figlio e successore di Enrico IV (NB - Filippo l'Ardito e Luigi d'Orleans erano dei reggenti, infatti Carlo VI il pazzo era vivo).
Il sovrano inglese riprese la guerra e sconfisse i Francesi ad Azincourt (1415), infliggendo loro pesanti perdite. Il prestigio della nobiltà francese, faticosamente recuperato dopo la battaglia di Poitiers, era quasi completamente distrutto. Nel 1416 Giovanni senza Paura incontrò Enrico V a Calais e lo riconobbe come re di Francia. Dopo aver portato in Francia un nuovo esercito (1417), il re d'Inghilterra conquistò una serie di città e, nel 1419, la Normandia era nelle sue mani. Intanto nel 1418 i Borgognoni avevano conquistato Parigi, ma Giovanni senza Paura intendeva riconciliarsi col re di Francia per timore degli inglesi. Nel 1419 durante le trattative Giovanni venne però assassinato e il nuovo duca, il figlio Filippo III il Buono tornò a preferire l'alleanza con gli inglesi. Nel 1420, con il trattato di Troyes, Enrico V sposò Caterina, una figlia di Carlo VI, facendosi in tal modo riconoscere il diritto di succedergli sul trono francese. L'anno dopo dal matrimonio nacque un bambino, che ebbe anch'egli il nome di Enrico. Nel 1422 morirono sia Carlo VI sia Enrico V ed Enrico VI venne incoronato a soli nove mesi "Re di Francia e d'Inghilterra".
QUARTA FASE (1429-1453)
Nell'ultima fase la guerra, fino a quel momento concepita come una lotta dinastica tra sovrani, alla quale la popolazione, pur subendone i danni, non partecipava, si trasformò in una lotta per la liberazione della Francia dagli Inglesi invasori e dai feudatari francesi loro alleati. A tale trasformazione contribuì Giovanna d'Arco (1412–1431) una ragazza che, nel 1429, quando la Francia era in gran parte nelle mani degli Inglesi e dei duchi di Borgogna, sentendosi chiamata da Dio alla missione di liberare la Francia, fuggì di casa nel 1429 e, travestita da uomo e protetta da un capitano fedele a Carlo VII (1422-1461) si recò a Chinon. Qui si presentò al re e lo convinse a reclutare fra il popolo un esercito disposto a battersi per la libertà della Francia. Alla guida di tale esercito Giovanna liberò Orleans dall'assedio inglese e conseguì altre vittorie. Ella esortò il Delfino a seguirla a Reims che stava dalla parte dei Borgognoni. Il Delfino fu tuttavia ben accolto e potè essere consacrato re nella cattedrale che era sempre stata deputata alla sacralizzazione dei re di Francia. Tutto questo riaccese nei francesi un forte desiderio di rivincita. Nel 1431 Giovanna fu però fatta prigioniera da un nobile borgognone e venduta per 10 mila scudi agli Inglesi che la processarono con l’accusa di eresia e stregoneria. L'accusa si fondava prevalentemente sulle “voci” e sulle visioni che la ragazza diceva di sentire e vedere. L'abilità e l'onestà con cui Giovanna si difese non potevano bastare a salvarla, e fu condannata al rogo come eretica.
Nel 1435, Carlo VII riconobbe l'autonomia della Borgogna, ponendo fine alle lotte tra Armagnacchi e Borgognoni (pace di Arras). Filippo il Buono infatti non aveva più l'interesse a combattere contro Carlo VII, dato che dopo il 1422 tutte le terre eventualmente conquistate dovevano essere cedute a Enrico VI. L'anno seguente Carlo riuscì a cacciare gli Inglesi da Parigi e nel 1450 riconquistò la Normandia. Nel 1453 tutto il territorio francese, tranne Calais (che restò agli Inglesi fino al 1558), era nuovamente nelle mani del re francese e si concluse di fatto la guerra dei cent'anni, anche se nessun trattato ne sanzionò la fine.
L'Inghilterra rinunciò ad espandersi sul continente e cercò nuovi sbocchi sul mare, in Francia il successore di Carlo VII, Luigi XI sconfisse Carlo il Temerario, duca di Borgogna (1477) annettendone i territori, negli anni seguenti, grazie a successioni e a matrimoni, unì alla Francia anche la Provenza e la Bretagna.
Nel 1453, la sconfitta dell'Inghilterra, con il fallimento del suo espansionismo sul continente diede l'avvio al suo sviluppo come potenza marittima.
La Guerra delle due rose
La Guerra delle due rose fu un conflitto che si svolse in Inghilterra tra il 1455 e il 1485. In Inghilterra Enrico VI Lancaster, a partire dal 1453, aveva manifestato gravi segni di follia, per questo non riuscì a controllare la nobiltà che aveva creato degli eserciti privati con i quali risolveva le rivalità tra casate, resisteva al sovrano, compiva soprusi d'ogni genere. Infatti, dopo la guerra dei cent'anni, la nobiltà inglese, ormai avvezza alla guerra, non trovando più sfogo alle proprie mire in Francia era diventata sempre più riottosa e difficile da controllare.
Tra il 1455 ed il 1485 i Lancaster, che avevano come simbolo una rosa rossa, e gli York, che avevano una rosa bianca, si contesero il trono. Il conflitto fu detto per questo, guerra delle due rose. Dopo lotte sanguinose, nel 1461 l'esercito dei Lancaster fu sconfitto dagli York, Enrico VI fu deposto e la corona passò ad Edoardo IV di York (1461-1483). La lotta, però, continuò fino al 1485, quando l'ultimo discendente dei Lancaster, Enrico VII Tudor (1485–1509) dopo aver vinto la battaglia di Bosworth Field (1485) (dove trovò la morte il re Riccardo III di York), sposò Elisabetta di York, figlia di Edoardo IV. Ebbe così inizio la dinastia dei Tudor, che fondeva Lancaster e York.
Dalla guerra la nobiltà inglese uscì decimata e politicamente indebolita, mentre si rafforzarono l'assolutismo del sovrano e la borghesia rurale ed imprenditoriale che non era stata coinvolta nella guerra.
L'origine della guerra dei cent'anni é collegata a un episodio leggendario avvenuto un freddo pomeriggio del 18 marzo 1314: duemila persone affollavano un’isoletta sulla Senna battuta dal vento per assistere all’esecuzione di Jaques de Molay, già Gran Maestro dei Templari, fino a poco tempo prima uno degli ordini religiosi più potenti della cristianità. In cambio di una condanna a vita il Gran Maestro aveva promesso di confessare pubblicamente “crimini che con il loro abominio insozzano la terra” tra cui sodomia, adorazione del demonio, sputi sulla croce, ecc.
Poi però De Molay aveva sorpreso tutti: mentre la folla lo osservava aveva audacemente affermato la sua innocenza e definito le accuse contro di lui e i suoi confratelli un crimine contro il Cielo. Il re era furibondo, la Chiesa imbarazzata, il popolo incuriosito. I re di Francia, per sostenere la loro politica di accentramento statale e di conquista, avevano bisogno di denaro. Filippo il Bello, nel 1307, aveva montato un’accusa di eresia contro l’intero, ricchissimo, ordine dei Templari. Fece torturare e uccidere numerosi cavalieri e ne sequestrò l’immenso patrimonio; per gli stessi motivi il suo successore inventò un (falso) complotto anticristiano degli ebrei per sequestrane i beni. Gli sbalorditi membri dell’ordine erano stati tirati giù dal letto o strappati alle preghiere mattutine, caricati a forza dentro carrette e portati in prigione. Secondo la leggenda prima di morire sul rogo De Molay non deluse le aspettative della folla: mentre scompariva tra il fumo e le fiamme il vecchio maledì il re di Francia e tutti i suoi discendenti. Un mese dopo il papa Clemente V, riluttante alleato di Filippo nell’ignobile intrigo, morì improvvisamente. Poi in novembre il re di Francia fu stroncato da un ictus. Nel 1316 il primogenito e successore Luigi X morì dopo soli diciotto mesi di regno. Anche tutti gli altri fratelli morirono prematuramente Filippo V nel 1323 e Carlo IV, senza eredi, nel 1328. La dinastia dei Capetingi, re di Francia sin dal 987 finì con lui.
PRIMA FASE (1337-1360)
La dinastia regnante inglese discendeva dai Normanni che avevano conquistato l'isola nella seconda metà del secolo XI e possedeva per questo dei diritti feudali in territorio francese. Edoardo III, re d'Inghilterra, che per parte di madre discendeva dalla casa reale francese, dapprima riconobbe come re di Francia il proprio cugino, Filippo VI. Quando però quest'ultimo confiscò alcuni feudi inglesi nella Francia del nord e tentò di impadronirsi della regione di Bordeaux (anch'essa feudo inglese), Edoardo proibì l'esportazione nelle Fiandre della lana inglese al fine di suscitare una ribellione contro il conte di Fiandra che sosteneva Filippo VI, rivendicò il titolo di re di Francia e scatenò la guerra (1337). Il regno era ancora considerato come un patrimonio privato, da assegnare al parente più stretto del defunto. (Tale concezione dinastico–patrimoniale dello Stato sopravvisse fino al XIX secolo). Ciò spiega il carattere feudale conservato dalla guerra fino alla fase conclusiva. I motivi dinastici erano però la copertura formale di motivi più profondi. I possedimenti francesi della corona inglese costituivano un grave problema per i desideri di espansione del re di Francia, che avrebbe fatto qualunque cosa pur di conquistarli.
I primi decenni del conflitto furono disastrosi per la Francia, che fu ripetutamente sconfitta mentre la situazione interna del Paese era resa drammatica dall'epidemia di peste e dalle lotte contadine. Nel 1346 i francesi furono sconfitti presso Crecy, l’anno successivo gli inglesi si impadronirono di Calais. La guerra, che era stata interrotta dall'arrivo della peste nera, riprese nel 1355. Edoardo III poteva contare ora sull'alleanza del re di Navarra Carlo II il Malvagio. Nel 1356, il nuovo re francese Giovanni il Buono (1350–1364) fu sconfitto a Poitiers e fatto prigioniero. La tattica inglese consistette essenzialmente, come a Crecy, nell’assicurare una stretta collaborazione tra la cavalleria e gli arcieri. I cavalieri francesi, superiori di numero, si scagliarono con impeto sugli inglesi che coi lunghi archi, le cui frecce perforavano le armature, li decimarono.
Durante la reggenza del delfino Carlo, scoppiò in Francia una violenta Jaquerie, una rivolta popolare contro le ingenti tasse che erano state imposte per finanziare il conflitto. Un ricco mercante di nome Étienne Marcel, pur non ponendosi a capo della protesta, la appoggiò per conquistarsi la simpatia popolare. Egli cercò di ridurre i poteri della corona ponendo il Delfino sotto il controllo degli Stati generali (un'assemblea che rappresentava i tre ceti che fondavano la Francia, nobiltà, clero e borghesia) che erano stati convocati dallo stesso Carlo nella speranza di ottenere finanziamenti per il pagamento del riscatto richiesto per la liberazione di suo padre Giovanni il Buono. La rivolta fu sedata dai nobili, guidati proprio dal Delfino Carlo e da suo fratello Filippo l'Ardito, che poi sarebbe diventato duca di Borgogna. Étienne venne ucciso e, riconquistata Parigi, anche i contadini ribelli, ormai senza guida, furono massacrati.
Dopo aver tentato vanamente di conquistare la città di Reims - nella cui cattedrale venivano consacrati i re di Francia - Edoardo III fu costretto a concedere una pace di compromesso. Nel 1360 fu firmato il trattato di Brétigny, con il quale Edoardo III rinunciava alle proprie pretese sulla corona francese e liberava Giovanni II in cambio di un riscatto, di alcuni territori della Francia settentrionale - tra i quali Calais - e della completa sovranità sulla Guienna e sulle regioni ad essa limitrofe. In seguito però, Giovanni II, non avendo potuto pagare il riscatto, si riconsegnò agli inglesi e morì in Inghilterra nel 1364.
La Francia dopo il trattato di Brétigny
Fonte della cartina: en.wikipedia.org
SECONDA FASE (1369-1389)
A Giovanni il Buono successe Carlo V il Saggio (1364 – 1380) che riorganizzò l'esercito e, grazie anche all'appoggio della Castiglia e di molti grandi feudatari, riuscì a riconquistare una parte rilevante dei territori perduti durante la prima fase della guerra. Gli inglesi, però, conservavano ancora il controllo di importanti città come Calais, Bordeaux, Cherburg, Bayonne e Brest, oltre a numerose fortezze. Inoltre la riluttanza dei francesi a battersi negli scontri diretti permetteva agli inglesi di attraversare impunemente il regno mettendo a ferro e fuoco i villaggi. La proposta di Carlo di cedere l'Aquitania e celebrare la pace con un matrimonio tra sua figlia e il giovane re d'Inghilterra Riccardo II fu rifiutata. Seguì comunque una lunga tregua (1389–1415) durante la quale Francia ed Inghilterra dovettero affrontare delle gravi crisi interne.
TERZA FASE (1415-1420)
In Inghilterra, nel 1381, era scoppiata una grave rivolta. I contadini avevano preso le armi per protesta nei confronti di una poll-tax sui cittadini maschi che era stata istituita dal governo per provvedere alle spese di guerra. «Castelli e monasteri furono saccheggiati. I ribelli del Kent scelsero un capo, Wat Tyler, soldato sbandato (...) che impose loro una certa disciplina. Marciarono su Canterbury, occuparono la cattedrale, liberarono un prete scomunicato, John Ball, che divenne loro profeta, poi si diressero su Londra dove riuscirono a entrare ottenendo l'appoggio delle classi popolari urbane (P. Contamine, p.62). La rivolta era particolarmente pericolosa perché mirava a una forma di comunismo cristiano ostile ai poteri nobiliari e clericali. Il nuovo re Riccardo II (1377 – 1399), che aveva appena quattordici anni, messo alle strette, fece una lunga serie di concessioni, quali abolizioni di tasse e corveé e, addirittura, l'eliminazione della nobiltà e il sequestro dei beni della Chiesa, salvo ritirarle appena ebbe ripreso il controllo della situazione. Qualche anno dopo Riccardo sposò Isabella, figlia di Carlo VI di Francia, suggellando definitivamente la pace coi francesi.
I modi dispotici di Riccardo II gli attirarono l'ostilità della nobiltà che nel 1399 lo depose. Il Parlamento condannò Riccardo al carcere a vita e lo sostituì con il cugino Enrico IV di Lancaster (1399-1413), che, l'anno seguente, lo fece assassinare nella prigione in cui era rinchiuso. Alla morte di Riccardo la corona francese riassunse un atteggiamento di ostilità nei confronti dell’usurpatore Enrico IV.
In Francia, nella primavera del 1392, il re Carlo VI (1380–1422) aveva subito un ostinato attacco febbrile che gli causò una profonda depressione, ma la catastrofe avvenne nell’estate. In una giornata di soffocante calura, mentre il re attraversava con il suo seguito la foresta di Le Mans vide uno sconosciuto che gli si parò innanzi e gli disse: “maestà, siete tradito!”. I compagni faticarono non poco a rassicurarlo ma, quando la comitiva riprese il cammino, il silenzio fu rotto da un tintinnio di armi. Uno degli scudieri si era assopito e la sua lancia aveva urtato l’armatura di un altro scudiero. Carlo si precipitò con la spada sui suoi compagni. Prima che fosse possibile calmarlo quattro uomini giacevano morti al suolo. Il re era impazzito, e pur restando sul trono sino al 1422, non recuperò più la salute. Lo zio, Filippo II l'Ardito, duca di Borgogna, resse il governo del regno, opponendosi al fratello del re, Luigi d'Orleans. I grandi feudatari si divisero in due fazioni: Borgognoni ed Armagnacchi. Il ducato di Borgogna tra il trecento e il quattrocento dominò la scena politica. Fu uno degli stati più potenti dell’epoca, costituitosi grazie ad un’accorta politica matrimoniale che raccolse nelle stesse mani la contea di Borgogna, le Fiandre, e Paesi bassi e il Lussemburgo. La lotta tra Armagnacchi e Borgognoni favorì il desiderio di rivincita degli inglesi. La rivalità all'inizio era limitata ai partigiani del duca d'Orléans, fratello del re Carlo VI, e a quelli del duca di Borgogna, ma nel 1407 si trasformò in una guerra civile, quando il duca d’Orleans fu fatto assassinare dal duca di Borgogna Giovanni Senza Paura. Dopo una prima scorreria militare realizzata da Enrico IV nel 1412, i Borgognoni nel 1413 si accordarono con Enrico V, figlio e successore di Enrico IV (NB - Filippo l'Ardito e Luigi d'Orleans erano dei reggenti, infatti Carlo VI il pazzo era vivo).
Il sovrano inglese riprese la guerra e sconfisse i Francesi ad Azincourt (1415), infliggendo loro pesanti perdite. Il prestigio della nobiltà francese, faticosamente recuperato dopo la battaglia di Poitiers, era quasi completamente distrutto. Nel 1416 Giovanni senza Paura incontrò Enrico V a Calais e lo riconobbe come re di Francia. Dopo aver portato in Francia un nuovo esercito (1417), il re d'Inghilterra conquistò una serie di città e, nel 1419, la Normandia era nelle sue mani. Intanto nel 1418 i Borgognoni avevano conquistato Parigi, ma Giovanni senza Paura intendeva riconciliarsi col re di Francia per timore degli inglesi. Nel 1419 durante le trattative Giovanni venne però assassinato e il nuovo duca, il figlio Filippo III il Buono tornò a preferire l'alleanza con gli inglesi. Nel 1420, con il trattato di Troyes, Enrico V sposò Caterina, una figlia di Carlo VI, facendosi in tal modo riconoscere il diritto di succedergli sul trono francese. L'anno dopo dal matrimonio nacque un bambino, che ebbe anch'egli il nome di Enrico. Nel 1422 morirono sia Carlo VI sia Enrico V ed Enrico VI venne incoronato a soli nove mesi "Re di Francia e d'Inghilterra".
QUARTA FASE (1429-1453)
Nell'ultima fase la guerra, fino a quel momento concepita come una lotta dinastica tra sovrani, alla quale la popolazione, pur subendone i danni, non partecipava, si trasformò in una lotta per la liberazione della Francia dagli Inglesi invasori e dai feudatari francesi loro alleati. A tale trasformazione contribuì Giovanna d'Arco (1412–1431) una ragazza che, nel 1429, quando la Francia era in gran parte nelle mani degli Inglesi e dei duchi di Borgogna, sentendosi chiamata da Dio alla missione di liberare la Francia, fuggì di casa nel 1429 e, travestita da uomo e protetta da un capitano fedele a Carlo VII (1422-1461) si recò a Chinon. Qui si presentò al re e lo convinse a reclutare fra il popolo un esercito disposto a battersi per la libertà della Francia. Alla guida di tale esercito Giovanna liberò Orleans dall'assedio inglese e conseguì altre vittorie. Ella esortò il Delfino a seguirla a Reims che stava dalla parte dei Borgognoni. Il Delfino fu tuttavia ben accolto e potè essere consacrato re nella cattedrale che era sempre stata deputata alla sacralizzazione dei re di Francia. Tutto questo riaccese nei francesi un forte desiderio di rivincita. Nel 1431 Giovanna fu però fatta prigioniera da un nobile borgognone e venduta per 10 mila scudi agli Inglesi che la processarono con l’accusa di eresia e stregoneria. L'accusa si fondava prevalentemente sulle “voci” e sulle visioni che la ragazza diceva di sentire e vedere. L'abilità e l'onestà con cui Giovanna si difese non potevano bastare a salvarla, e fu condannata al rogo come eretica.
Ritratto di Giovanna d’Arco
L'Inghilterra rinunciò ad espandersi sul continente e cercò nuovi sbocchi sul mare, in Francia il successore di Carlo VII, Luigi XI sconfisse Carlo il Temerario, duca di Borgogna (1477) annettendone i territori, negli anni seguenti, grazie a successioni e a matrimoni, unì alla Francia anche la Provenza e la Bretagna.
Nel 1453, la sconfitta dell'Inghilterra, con il fallimento del suo espansionismo sul continente diede l'avvio al suo sviluppo come potenza marittima.
La Guerra delle due rose
La Guerra delle due rose fu un conflitto che si svolse in Inghilterra tra il 1455 e il 1485. In Inghilterra Enrico VI Lancaster, a partire dal 1453, aveva manifestato gravi segni di follia, per questo non riuscì a controllare la nobiltà che aveva creato degli eserciti privati con i quali risolveva le rivalità tra casate, resisteva al sovrano, compiva soprusi d'ogni genere. Infatti, dopo la guerra dei cent'anni, la nobiltà inglese, ormai avvezza alla guerra, non trovando più sfogo alle proprie mire in Francia era diventata sempre più riottosa e difficile da controllare.
Tra il 1455 ed il 1485 i Lancaster, che avevano come simbolo una rosa rossa, e gli York, che avevano una rosa bianca, si contesero il trono. Il conflitto fu detto per questo, guerra delle due rose. Dopo lotte sanguinose, nel 1461 l'esercito dei Lancaster fu sconfitto dagli York, Enrico VI fu deposto e la corona passò ad Edoardo IV di York (1461-1483). La lotta, però, continuò fino al 1485, quando l'ultimo discendente dei Lancaster, Enrico VII Tudor (1485–1509) dopo aver vinto la battaglia di Bosworth Field (1485) (dove trovò la morte il re Riccardo III di York), sposò Elisabetta di York, figlia di Edoardo IV. Ebbe così inizio la dinastia dei Tudor, che fondeva Lancaster e York.
Dalla guerra la nobiltà inglese uscì decimata e politicamente indebolita, mentre si rafforzarono l'assolutismo del sovrano e la borghesia rurale ed imprenditoriale che non era stata coinvolta nella guerra.
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